Mare Fuori, riapre i battenti il set più romantico della fiction partenopea | Qui l’appassionante bacio tra Rosa e Carmine

Questo luogo meraviglioso in Campania è meraviglioso (YouTube Foto) - www.cosediviaggio.it
C’è un luogo, nel cuore della Campania, dove il silenzio sembra essere parte dell’architettura stessa.
Un ambiente in cui ogni passo risuona con eco antiche, e ogni sguardo si perde in prospettive regolari, scolpite nella pietra e nella luce. Non ci sono affreschi, né statue: solo la geometria severa e armonica di una costruzione che ha attraversato i secoli in silenziosa attesa.
Chi arriva lì, spesso lo fa con curiosità, ma se ne va con una sorta di gratitudine silenziosa. Perché ci sono spazi che, pur essendo fatti di pietra, riescono a toccare una parte profondamente umana: la meraviglia. In fondo, il passato non è sempre qualcosa che si legge, a volte lo si cammina.
A prima vista potrebbe sembrare un’enorme navata sotterranea, un tempio ipogeo, o persino uno scenario cinematografico. Eppure, la sua funzione originale, sorprendente e concreta, lo rende un luogo ancora più straordinario. È il segno di quanto, in epoca antica, ingegno tecnico e ambizione imperiale potessero convivere in un solo gesto architettonico.
E se è vero che la bellezza spesso nasce dalla funzione, questo luogo ne è un esempio perfetto: pratico nella sua origine, poetico nella sua sopravvivenza.
Un gigante d’ombra e ingegno
Questo straordinario spazio riapre oggi al pubblico, dopo un lungo periodo di restauro e valorizzazione. Insieme ad altri siti archeologici dei Campi Flegrei – come Cento Camerelle e le Prigioni del Castello Aragonese – fa parte di un progetto culturale più ampio intitolato “Insieme. L’archeologia flegrea unisce”. Si tratta della Piscina Mirabilis, una gigantesca cisterna sotterranea nel Comune di Bacoli che ha funto anche da set per lo struggente bacio tra Rosa e Carmine nella fiction “Mare Fuori”,
Realizzata in età augustea, questa imponente struttura serviva a garantire l’approvvigionamento idrico alla flotta romana ormeggiata a Miseno, attraverso l’acquedotto noto come Augusta. Si tratta, per dimensioni e ingegneria, della seconda più grande cisterna romana dopo quella di Istanbul: capace di contenere oltre 12.000 metri cubi d’acqua, pari a circa cinque piscine olimpioniche.
Architettura liquida
Lunga circa 70 metri, larga 25 e alta 15, questa “cattedrale sotterranea” è scandita da 48 pilastri cruciformi che disegnano cinque navate, come in una basilica. Costruita in tufo e opus reticulatum, è impermeabilizzata grazie all’uso sapiente del cocciopesto. Al suo interno, si trovano ancora oggi una vasca di decantazione profonda oltre un metro e una scala percorribile, segno dell’attenzione ai dettagli funzionali. Oggi è visitabile tre giorni a settimana: mercoledì, sabato e domenica, con orari differenziati (chiusura anticipata il mercoledì). Il biglietto d’ingresso costa 5 euro (ridotto 3 euro), con possibilità di biglietto cumulativo per l’accesso a Cento Camerelle. Il sito è raggiungibile con mezzi pubblici da Napoli, oppure in auto con parcheggi vicini.
Non è solo un luogo da vedere, ma da attraversare con lo sguardo e con il corpo. La luce che filtra tra le arcate, l’umidità sospesa nell’aria, la proporzione armoniosa degli spazi: tutto contribuisce a creare un’impressione quasi surreale. È come se il tempo si fosse fermato, e in quel fermarsi avesse lasciato spazio a una nuova forma di contemplazione. Chi ama la storia non resterà deluso. Chi ama l’architettura, sarà sorpreso. E chi non sa ancora di amare questi luoghi, forse qui lo scoprirà. È consigliata anche la visita combinata con altri siti archeologici limitrofi, ma questa “cattedrale d’acqua” – come è spesso definita – resta il cuore più suggestivo di un territorio che, oggi come duemila anni fa, vive immerso tra mare, mito e memoria.