Quest’anno tutti all’oasi CAPELLI di VENERE, la cascata naturale più incantevole d’Italia | È stata teatro di un amore impossibile

un luogo meraviglioso in Campania, ecco come raggiungerlo (YouTube Foto) - www.cosediviaggio.it
Ci sono attimi in cui il tempo sembra ritrarsi, in cui le lancette si muovono più lentamente e ogni dettaglio diventa prezioso.
Sono quegli istanti che si incontrano durante certi viaggi, quelli non segnati da programmi rigidi ma dalla pura meraviglia della scoperta. Momenti in cui ci si fa prendere dalla vita più spontanea e semplice.
Allontanarsi dai ritmi frenetici non significa solo cambiare scenario, ma entrare in uno spazio diverso di percezione. I rumori si attenuano, le luci si fanno più naturali, l’aria più leggera. È il corpo che si rilassa, e la mente che inizia ad ascoltare.
Ogni luogo ha un’anima, ma solo alcuni riescono a mostrarla con chiarezza. Sono i luoghi in cui natura e storia si stringono la mano, in cui l’uomo si è fatto custode, non dominatore. Lì si respira qualcosa di più profondo: identità, memoria, leggenda.
Questo racconto prende forma in una terra che sa sorprendere con grazia e forza. Siamo nel Cilento, dove acqua, pietra e silenzio diventano poesia. E due luoghi, in particolare, sembrano racchiudere la magia di un mondo sospeso.
Una cascata che canta una leggenda
Nel borgo medievale di Casaletto Spartano, in provincia di Salerno, scorre una delle meraviglie più poetiche del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni: le Cascate Capelli di Venere. Alimentate dal Rio Bussentino, affluente del fiume Bussento, queste cascate devono il nome alla pianta “capelvenere” che riveste ogni roccia e stilla, creando un effetto visivo simile a morbide ciocche fluenti.
Secondo la leggenda tramandata, riportata nel blog VeryBlond di Veronica D’Onofrio, la dea Venere avrebbe scoperto questa oasi segreta per rinfrescarsi. Un pastore, affascinato dalla sua bellezza, osò tagliarle una ciocca di capelli. Da quell’atto nacque l’impetuosa cascata, castigo e memoria di un amore incauto. Visitare oggi questo luogo significa immergersi in uno scenario incantato, dove acqua, muschio e luce compongono un affresco naturale quasi surreale.
L’architettura del silenzio
Non distante da Casaletto Spartano, un’altra meraviglia si erge maestosa: la Certosa di Padula (o di San Lorenzo), sempre nel salernitano. Con i suoi oltre 50.000 m², è il secondo complesso certosino più grande d’Europa e Patrimonio UNESCO dal 1998. Fondata nel XIV secolo da Tommaso Sanseverino, fu pensata per accogliere i monaci certosini e favorire la bonifica del territorio.
L’articolo di Veronica D’Onofrio descrive con emozione le tappe di questa visita: dal Chiostro della Foresteria alle pitture del loggiato, fino alla magnifica Chiesa di San Lorenzo, dove stucchi, dorature e un altare policromo in pietra dura e madreperla stupiscono per raffinatezza. Ma è lo Scalone ellittico a doppia rampa, attribuito a un allievo del Vanvitelli, a lasciare senza fiato: incastonato in un ambiente ocra, illuminato da ampie finestre, si affaccia su giardini e colline in un gioco di prospettive mozzafiato.