Vai in Basilicata e ti accorgi che anche qui c’è una PICCOLA OSTUNI | Non è un errore di geografia, sono due gocce d’acqua

Vai in Basilicata e ti accorgi che anche qui c’è una PICCOLA OSTUNI | Non è un errore di geografia, sono due gocce d’acqua

La Puglia offre delle spiagge incantevoli - Cosediviaggio.it (Depositphoto)

Un borgo lucano che ammalia con le sue dimore immacolate, che porta alla mente e al cuore le atmosfere di Ostuni.

Esistono luoghi nel nostro splendido Paese riconosciuti come custodi silenziosi di civiltà che resistono con tenacia all’oblio del tempo.

Si ergono sulle sommità delle colline, abbracciati da boschi antichi e bagnati da corsi d’acqua che narrano storie millenarie, plasmando l’identità di chi li abita.

Passeggiare tra i vicoli di questi borghi significa compiere un viaggio che intreccia pietra, spiritualità e memoria collettiva, scoprendo un tesoro nascosto del Sud Italia.

Qui si percepisce una bellezza spontanea, incastonata in pietra e luce, di bianco splendente e silenzi lunghi. Un po’ come Ostuni, ma con lo spirito vivo della Lucania.

Cuore lucano bianco

Arroccata a 458 metri sul livello del mare, nel cuore della Basilicata orientale, Pomarico si offre come una sorella minore di Ostuni, grazie al candore delle sue case che si aggrappano con grazia alle pendici di una collina, tra i fiumi Bradano e Basento. Le abitazioni bianche, che dominano il centro storico, riflettono la luce con l’intensità tipica della “Città Bianca” pugliese, regalando uno spettacolo visivo indimenticabile.

Le origini di Pomarico, sulla base delle fonti raccolte da Wikipedia, affondano le radici in insediamenti pre-romani, come Pomarico vecchio e Castro Cicurio, per poi culminare nella fondazione dell’attuale borgo nel IX secolo, ad opera di profughi in fuga dalle incursioni saracene. Il nome stesso evoca un significato legato all’agricoltura: Pomarium, ovvero luogo di frutteti, a cui si aggiunge il suffisso latino -icus, che indica appartenenza.

pomarico basilicata
Il suo nome è legato all’agricoltura (commons.wikimedia.org/Vitus81) – www.cosediviaggio.it

Patrimonio storico e culturale

Il cuore del borgo è dominato dal Palazzo Donnaperna, edificato tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, un magnifico esempio di architettura nobiliare lucana, con il suo celebre Salone Rosa. Le chiese sono numerose e ben conservate: la Chiesa Madre di San Michele Arcangelo, iniziata nel 1748, custodisce opere d’arte di artisti come Pietro Antonio Ferro e Andrea Vaccaro, oltre a un prezioso antifonario del XVI secolo. Tutt’intorno al paese, il bosco della Manferrara si estende per oltre 500 ettari, offrendo una biodiversità sorprendente e sentieri perfetti per escursioni nella natura più incontaminata.

Il paese ha vissuto periodi difficili, come la frana che il 25 gennaio 2019 ha colpito una zona del nucleo antico, senza abbattere però lo spirito risoluto dei suoi abitanti. Una delle usanze più importanti è la festa in onore di San Michele Arcangelo, che si svolge dal 7 al 9 maggio. L’evento principale è la cosiddetta “offerta della cera”, un’antica cerimonia che ha origine nel lontano 1527, quando Pomarico fu protetta da una grave epidemia di peste: gli abitanti donarono circa quindici chili di cera bianca, come segno di ringraziamento e profonda devozione.