In PENSIONE a 62 ANNI con Quota 41: dal 2026 cambia tutto grazie alla nuova mozione della Lega | Possono richiederla tutti

Pensione Quota 41, cosa significa (Canva) - Cosediviaggio
C’è una novità sulle pensioni che presto potrebbe cambiare il sistema in Italia: ecco tutto quello che c’è da sapere su Quota 41 a partire dal 2026
Il futuro pensionistico degli italiani è da anni al centro di accese discussioni politiche e sociali. Con un sistema previdenziale sotto pressione, però, l’idea di godere della meritata pensione dopo una vita di lavoro appare per molti un sogno sempre più lontano.
Nonostante le riforme introdotte negli ultimi anni, milioni di lavoratori temono di dover lavorare ben oltre i 67 anni per poter accedere a una pensione che, spesso, rischia di non garantire un tenore di vita dignitoso.
Il tema è particolarmente sentito tra i lavoratori che svolgono mansioni pesanti, fisicamente logoranti o precarie. La mancanza di una vera flessibilità in uscita rende il sistema rigido e poco aderente alla realtà quotidiana di milioni di persone. L’idea di un meccanismo più equo che premi i contributi versati indipendentemente dall’età anagrafica torna così con forza nel dibattito parlamentare.
Ecco che si fa strada l’idea della Quota 41: cosa significa e perché dal prossimo anno potrebbe cambiare tutto.
Pensione a 62 anni, ecco cosa succede con la Quota 41
Per il momento, questa è soltanto una proposta e non c’è nulla di concreto. Inoltre, come detto in precedenza, ci sono partiti che ci stanno provando da anni a introdurre nuove modifiche, e a cambiare modalità per andare in pensione.
In questo contesto si inserisce la Lega che, come riportato dal sito Money.it, vorrebbe rilanciare l’idea di Quota 41, una proposta già presentata in passato, ma apportando delle modifiche. Proprio per questo nasce l’idea di una Quota 41 flessibile, una variante della proposta originaria pensata per essere più sostenibile a livello economico. Il modello prevede infatti l’introduzione di requisiti minimi di età (62 anni), penalizzazioni sull’importo dell’assegno per chi esce prima e criteri più selettivi di accesso. In questo modo, si punta a garantire la fattibilità della misura, mantenendone però il principio di fondo: andare in pensione dopo 41 anni di contributi.
Quota 41 oggi e domani, cosa può accadere?
Attualmente, la Quota 41 è riservata a categorie specifiche di lavoratori considerati fragili o svantaggiati. Possono accedervi, per esempio, i disoccupati di lungo corso, gli invalidi civili con un’invalidità pari almeno al 74%, i caregiver familiari che assistono un parente disabile e gli addetti a mansioni usuranti o gravose.
La proposta, che potrebbe trovare attuazione nel 2026, mira ad allargare questa possibilità a tutti i lavoratori, superando la logica delle categorie e introducendo un diritto universale legato esclusivamente alla durata della contribuzione. Potrebbe trattarsi di una riforma molto utile ma bisognerà vedere se e come verrà approvata, una volta discussa.