Ben nota come l’ATENE DEL SUD ITALIA, è un posto in cui si parla solo greco | Guai a dire ‘buongiorno’

L'Atene del Sud Italia (pixabay.com) - www.cosediviaggio.it
Conosciuta come l’“Atene del Sud Italia”, questa terra è un luogo dove il greco è ancora vivo e vitale. Lo studio
Quando si pensa ad Atene, la mente è subito rapita da immagini di templi maestosi e colonne doriche, dal Partenone che si erge orgoglioso sull’Acropoli, dai delicati marmi plasmati con una precisione millenaria.
È la culla della democrazia, la patria di filosofi immortali, la capitale di un passato che ha plasmato la civiltà occidentale. Atene è molto più di una semplice città: è un simbolo.
Tuttavia, esiste un angolo d’Italia dove si parla ancora greco. Qui, i bambini potrebbero imparare le parole della lingua ellenica prima ancora di conoscere l’alfabeto italiano.
In questo contesto, pronunciare “buongiorno” può sembrare inappropriato. Le radici greche, distanti ma mai svanite, continuano a comunicare attraverso una lingua antica.
Tra gli ultimi parlanti di greco
Secondo uno studio firmato da Anna Maria Orlando, pubblicato su Humanities, nel profondo sud della Calabria esiste una comunità dove si parla ancora una varietà di lingua greca conosciuta come grecanico, o greco aspromontano. Questo fenomeno si osserva in pochi comuni situati sul versante jonico della provincia di Reggio Calabria, ai piedi dell’Aspromonte, in particolare nella vallata della fiumara Amendolea. I paesi coinvolti sono Bova, Bova Marina, Condofuri, Roccaforte del Greco e Roghudi: piccole realtà isolate, cariche di storia e tradizione. Secondo lo studio, sembra che solo alcuni anziani non alfabetizzati parlino ancora esclusivamente questa lingua, il cui utilizzo è purtroppo in rapido declino.
La lingua greca parlata in Calabria affonda le sue radici in un passato remoto e, come emerge nel documento, si trova al centro di un dibattito che coinvolge linguisti da decenni. Alcuni, come il noto glottologo Gerhard Rohlfs, affermano che il grecanico sia un’eredità diretta della Magna Grecia e quindi legata ai coloni ellenici che si insediarono nel sud Italia tra l’VIII e il III secolo a. C. Altri studiosi, invece, sostengono che derivi dalla lingua dei monaci bizantini che giunsero nella regione tra il VI e il XII secolo.

Il valore del bilinguismo
Intendiamo quindi che la nostra “Atene” comprende più realtà sotto il segno del bilinguismo. Le comunità grecofone dell’Aspromonte non hanno mai vissuto in un isolamento completo, mantenendo nel tempo legami con il mondo latino e, in epoche più recenti, con l’italiano. Il grecanico rappresenta quindi un segno di un’identità complessa, in cui si intrecciano diverse lingue, culture e storie.
Oggi, il bilinguismo calabrese è tutelato dalla legge 482/1999 sulle minoranze linguistiche, ma appare chiaro che si tratta di un patrimonio delicato, destinato forse a perdurare solo nei racconti di coloro che, fin da bambini, non hanno mai pronunciato un semplice “buongiorno”, ma un più autentico “kaliméra”.