Autunno 2025 sulla “Via degli Dei”: un trionfo di colori, silenzi e leggende scolpite nella roccia | Il cammino mistico nel cuore d’Italia

Autunno 2025 sulla “Via degli Dei”: un trionfo di colori, silenzi e leggende scolpite nella roccia | Il cammino mistico nel cuore d’Italia

questo hike autunnale è assolutamente da fare (Freepik Foto) - www.cosediviaggio.it

C’è una stagione, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno, in cui la luce cambia.

Le colline sembrano respirare più lentamente, i boschi si tingono di sfumature che sfuggono alla definizione. È l’autunno, il periodo sospeso in cui ogni paesaggio si trasforma in un racconto e ogni silenzio acquista profondità. In questi giorni di transizione, l’Italia centrale si veste di oro e di bruma, e la natura, più che mostrarsi, si svela.

L’autunno è un invito alla lentezza. Camminare diventa un gesto di riconciliazione: con se stessi, con la terra, con il passato. I sentieri si svuotano, le voci si attenuano, e resta soltanto il ritmo costante dei passi. In un mondo che corre, c’è qualcosa di rivoluzionario nel fermarsi, nel concedersi il tempo di ascoltare il rumore delle foglie sotto gli scarponi o il respiro del vento tra gli alberi.

Ci sono luoghi che in autunno sembrano riacquistare la loro anima più autentica. Non chiedono di essere scoperti, ma semplicemente attraversati. Non offrono spettacolo, ma rivelazione. Qui la bellezza non urla, sussurra: sta nei tronchi antichi, nei muretti coperti di muschio, nei profili delle montagne che si dissolvono nella nebbia.

È in questo equilibrio fragile, tra luce e ombra, che il viaggio trova il suo senso più profondo. Non è la meta a contare, ma il movimento stesso: l’andare come forma di ascolto, il camminare come linguaggio universale.

Perché si chiama “Via degli Dei”

Su questi crinali, che separano e uniscono Emilia e Toscana, si distende uno dei cammini più affascinanti d’Italia: la Via degli Dei. Il suo nome non è casuale. Attraversa montagne che portano l’eco di antiche divinità — Monte Adone, Monzuno (Mons Iovis, il monte di Giove), Monte Venere e Monte Luario, dedicato alla dea Lua, simbolo di espiazione. Ogni nome è una traccia, un frammento di mitologia rimasto inciso nella geografia.

Il percorso, lungo circa 130 chilometri, ricalca la Flaminia Militare, la strada romana costruita nel 187 a.C. dal console Caio Flaminio per unire Bologna a Roma. Oggi, tra Monte Bastione e Monte di Fo’, i basolati originali riaffiorano tra la vegetazione come vene di pietra. Camminare qui significa letteralmente attraversare la storia: un gesto antico che si rinnova sotto ogni passo, dove la memoria non è museo ma materia viva.

Uomo che passeggia
La gita autunnale da fare assolutamente (Freepik Foto) – www.cosediviaggio.it

Un viaggio d’autunno tra storia e percezione

In autunno, la Via degli Dei si trasforma in un palcoscenico naturale di straordinaria intensità. Le colline bolognesi si tingono di rame, i boschi del Mugello si riempiono di profumi di terra e castagne, le valli si avvolgono in una nebbia leggera che rende ogni sagoma più misteriosa. È la stagione perfetta per chi cerca un cammino che unisca natura e introspezione, storia e silenzio.

Il tragitto si percorre in quattro-sei giorni a piedi o in due-tre in bicicletta, attraversando borghi, crinali e tracce etrusche e romane. Ma più che un itinerario, è un’esperienza sensoriale: un viaggio che parla di equilibrio, di ascolto, di continuità. Camminare qui, in autunno, significa immergersi in un tempo che non appartiene più al presente, ma che continua a pulsare sotto la pelle della montagna.