Allarme rosso sulle coste italiane, dall’Oceano Indiano arriva il pesce killer | Basta una puntura e finisci in Camposanto

Pericolosissimo (commons.wikimedia.org/Rickard Zerpe) - www.cosediviaggio.it
Tra le specie più tossiche del pianeta, arriva nell’Alto Adriatico: un rischio per chi fa il bagno, per i pescatori e per la biodiversità.
Nel cuore del Mediterraneo, dove un tempo vivevano solo specie locali, oggi spuntano nuove presenze, spesso pericolose. Diversi allarmi, infatti, sono stati lanciati dai biologi e da varie testate giornalistiche.
L’aumento delle temperature dell’acqua ha alterato gli equilibri ecologici, permettendo l’ingresso di pesci tropicali che prima si trovavano solo in acque più calde.
Tra questi pesci, ce n’è uno che attira l’attenzione per la sua forma e la sua pericolosità: non a caso, questo animale acquatico è stato recentemente attenzionato dall’Ispra e persino dell’Unione Europea.
Si gonfia, produce suoni secchi e metallici, mostra denti affilati e ha uno sguardo inquietante: un predatore silenzioso e tossico che ora minaccia le coste italiane.
Un killer silenzioso
Il suo nome scientifico è Lagocephalus sceleratus, ma è comunemente conosciuto come pesce palla argenteo. È apparso nel Nord Adriatico, precisamente nella baia di Medulin, in Istria, dove è stato pescato da due locali il 14 ottobre 2024. Secondo quanto riporta La Stampa, e come confermato dagli esperti dell’Università di Pola, si tratta della prima segnalazione di questa specie così a nord, ed è un chiaro segnale di un’espansione continua e dilagante.
Originario dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso, questo pesce ha raggiunto il Mediterraneo attraverso il canale di Suez, in un fenomeno conosciuto come migrazione lessepsiana. La sua diffusione è incentivata dal riscaldamento dell’acqua, che rende l’ambiente sempre più adatto alle sue esigenze biologiche. In Italia è stato visto per la prima volta nel 2013 a Lampedusa, per poi essere avvistato in Puglia, Calabria, Campania e Sicilia. Con la segnalazione in Istria, cresce l’apprensione per l’Adriatico e il Tirreno, dove si teme per una colonizzazione stabile e massiccia.
Una minaccia temibile
Il vero allarme, però, è legato alla sua tossicità, in quanto portatore di tetrodotossina, una neurotossina letale, cento volte più pericolosa del cianuro e presente nel suo fegato, pelle, intestino e gonadi. Anche una piccola ingestione può causare paralisi respiratoria e morte. La tossina resiste alla cottura, rendendo estremamente rischioso anche il consumo involontario.
Le sue potenti mascelle e denti affilati possono rompere gusci e molluschi, danneggiare reti da pesca e causare ferite gravi all’uomo, e possono portare anche ad amputazioni in caso di morso. Il suo comportamento, definito “aggressivo” dalla comunità scientifica, lo rende una minaccia diretta per i bagnanti e i pescatori, ma non solo: ha anche effetti disastrosi sugli ecosistemi marini, nutrendosi in modo indiscriminato e compromettendo l’equilibrio della catena alimentare. In caso di avvistamento, le Autorità suggeriscono di informare subito la Capitaneria di Porto o mandare un’email a pescepalla@isprambiente.it.