“HAI 6 GIORNI PER SALVARE IL MONDO e una sola possibilità”: online il gioco gratis che ha fatto impazzire il web: te la senti?

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Diventare programmatore di videogiochi è oggi un obiettivo sempre più ambito, fra i giovani appassionati di tecnologia e creatività.
Non a caso, università e accademie italiane e internazionali offrono corsi di laurea specifici che uniscono informatica, design e storytelling, fornendo le competenze necessarie per sviluppare giochi complessi e coinvolgenti.
Gli studenti, in primo luogo, imparano a programmare con linguaggi come C++ e Python, ma anche a gestire motori grafici come “Unity” e “Unreal Engine”, sperimentando in laboratori pratici e lavorando in progetti di gruppo.
Quindi, con la crescita dell’industria videoludica, siffatti percorsi formativi aprono le porte a carriere promettenti, dove tecnologia, arte e passione si fondono, per dar vita a esperienze interattive sempre più evolute e spettacolari.
Un esperimento apocalittico
“One Chance” è un videogioco Flash, sviluppato da Dean Moynihan, e pubblicato su “Newgrounds” nel dicembre 2010. Definito da wikipedia.org, come un’esperienza toccante e fuori dagli schemi, il game online si distingue infatti per la sua meccanica di “permadeath”, cioè di morte permanente. Per cui, una volta terminata la partita, è impossibile giocarvi ancora. Nello specifico, il giocatore veste i panni di uno scienziato che, nel tentativo di curare il cancro, provoca involontariamente la fine di ogni forma di vita sulla Terra.
Il protagonista, il dottor John Pilgrim, scopre troppo tardi che la sua “cura miracolosa” distrugge, in realtà, anche le cellule sane. Al medico restano, perciò, solo sei giorni per scegliere come trascorrere il tempo che gli rimane: ovvero, se con la famiglia o in laboratorio, tentando, nel frattempo, di invertire disperatamente il disastro. Ma ogni giocatore sceglie autonomamente come agire, e ogni decisione porta a uno dei diversi finali possibili, enfatizzando il peso morale del libero arbitrio.
Meccaniche semplici, ma profonde
Il gameplay è quindi essenziale: si cammina, si parla con altri personaggi e si esplorano ambienti che cambiano di giorno in giorno. E ogni azione compiuta spinge il giocatore a riflettere sulla fragilità del tempo, ma anche sul valore delle proprie decisioni, creando un’esperienza psicologica, più che ludica.
“One Chance” è stato lodato per la sua capacità di colpire emotivamente il giocatore. Alcuni recensori hanno apprezzato l’impossibilità di rigiocarlo, ritenendola un potente strumento narrativo. E che pur essendo un titolo breve, il suo, ha comunque lasciato un segno profondo (nella storia dei giochi indipendenti) per la sua intensità e originalità.